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Sistemi di chiusura
Nel momento dello sparo la pistola deve essere chiusa, cioè la parete dell’otturatore, dove è praticato il foro del percussore, deve essere a contatto col fondello della cartuccia. Questo stato deve essere garantito per un tempo di sicurezza anche dopo lo sparo, per consentire che tutti i gas provocati dall’esplosione della carica di lancio possano disperdersi nell’aria attraverso la volata della canna dopo che il proiettile è già uscito. In caso contrario l’utilizzatore potrebbe restare ferito e/o il proiettile non verrebbe spinto adeguatamente.
Quando si verifica l’esplosione della carica di lancio, la cartuccia è supportata nella sua superficie laterale dalla parete della camera di scoppio, il proiettile ha davanti a sé il tubo della canna con l’apertura della volata e il fondello è a contatto del carrello-otturatore. Essendo il proiettile più pesante del bossolo, esso tenderebbe a restare fermo e il bossolo, invece, riceverebbe una spinta all’indietro se non fosse per l’ostacolo opposto dal carrello-otturatore che però è mobile.
L’ingegnosità meccanica è riuscita a calcolare un equilibrio di forze che consente al carrello-otturatore di attuare una chiusura efficace solo durante il tempo dell’esplosione per poi svincolarsi e procedere con la ripetizione automatica.

Chiusura labile. Il problema è di facile soluzione per le cartucce poco potenti come .22 l.r., 6,35 mm, 7,65 mm, 9 mm corto, la cui esplosione viene contrastata efficacemente dalla massa del carrello-otturatore mantenuto in chiusura dalla relativa molla di recupero. Questo sistema è denominato chiusura labile o chiusura a massa.

Chiusura stabile. Per cartucce più potenti come 7,65 mm parabellum, 9 mm parabellum, 9x21 IMI, .40 SW, .45 ACP, è necessario che il carrello-otturatore venga tenuto in chiusura da un sistema meccanico più complesso che prevede un vincolo stabile fra canna e carrello-otturatore. Questo sistema è denominato chiusura stabile o chiusura geometrica.
Nelle pistole che adottano la chiusura stabile è previsto che al momento dello sparo la canna rinculi per un po’ vincolata al carrello-otturatore tramite i tenoni di chiusura. Quando le pressioni sono scese ad un livello gestibile dalla sola molla di recupero, la canna incontra un tassello che la disimpegna ruotandola in basso e il carrello-otturatore continua libero la sua escursione retrograda. Questo sistema è usato nelle pistole Colt e, con alcune modifiche, nelle pistole Tanfoglio.
Il vincolo canna-carrello è attuato in modo diverso dai progettisti delle pistole. Nelle Sig Sauer e nelle Glock la canna è provvista di un grosso tassello, in corrispondenza della camera di scoppio, che impegna la finestra di espulsione dei bossoli ricavata sul carrello-otturatore. Nelle pistole Beretta, progetto 92/98, il vincolo canna-carrello è ottenuto col sistema del blocchetto oscillante, posto sotto la canna, che ha il vantaggio di evitare il movimento verticale della canna che si muove quindi solo in senso orizzontale. Nelle pistole Beretta, progetto PX4 Storm, il vincolo canna-carrello è stato ottenuto adottando una canna rototraslante che ruota su se stessa e rincula allo stesso tempo, svincolandosi al momento opportuno tramite un tassello che impegna il binario di rotazione.