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Un racconto di basettun

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2009 23:06
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19/11/2009 23:06

Questo racconto, intenso e deciso come una pittura, può sembrare una cronaca, tanto a volte è lineare e minuziosamente descrittivo, ma anche un canto, con i suoi continui richiami ad un mondo poetico che la realtà quotidiana sembra negare, e forse una trama amorosa, perchè a prima vista esso è proprio questo. Certamente il racconto è tutte queste cose, ma nessuna di esse in particolare: forse è soprattutto una riflessione sulla libertà umana, sull'aspirazione di ognuno di noi a realizzarci pienamente (nell'amore, nelle passioni, nello spirito) a dispetto di quel «vero», quella realtà quotidiana che con la sua volgarità e banalità pare ucciderci poco alla volta, ogni giorno. Se l'artista è profeta (spesso inascoltato) perchè riesce a dire ciò che noi non riusciamo a pronunciare e forse nemmeno a pensare, questo racconto è un bell'esempio di come la letteratura abbia ancora un senso nella nostra esistenza. La vita crea spesso delle prigioni invisibili ma poderose, che ci soffocano e ci impediscono di svilupparci come esseri umani completi. Paolo ha voluto semplificare questa tesi - anche per fini narrativi - intrecciandola con il tema di due anime amanti, soffocate dal grigiore di due storie piatte e inadatte ad esse, che riescono a scardinare la loro prigione ed a fuggire dalla banalità delle proprie esistenze precedenti. Questa è la lezione profonda che il racconto ci mostra, quell'eterna dicotomia tra reale ed ideale, tra materia e spirito, tra costrizione e libertà. Ma, almeno in questo racconto, Paolo dà una risposta piena di speranza, perchè i due protagonisti riescono a essere liberi: nel loro caso, liberi di amare. Un racconto dunque intenso e struggente, non solo per la delicata storia d'amore, nè solo per i begli sprazzi poetici e per le descrizioni quasi pittoriche, ma anche e soprattutto per essere un vero e proprio inno della libertà dello spirito, a dispetto della brutalità che la vita quotidiana ci impone tante volte. Un invito, dunque, a riflettere su ciò che davvero ha senso nell'esistenza di ognuno di noi.
Gabriella.
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