Ricordare, in occasione della ricorrenza dell’8 marzo, le grandi donne della storia ci sembra doveroso, e sembra quasi superfluo appuntare come gran parte di queste donne sono state grandi nel bene e non nel male (a differenza degli uomini: chissà perché). Vogliamo citarne alcune? Allora ricordiamo, del tutto alla rinfusa: Marie Curie, per la sua passione disinteressata e generosa verso la scienza; Maria Montessori, per le sue innovative e ancora attuali teorie pedagogiche; Anita Garibaldi ed Eleonore Roosevelt (tanto per rammentare che spesso dietro ad un grande uomo c’è una grande donna); Madre Teresa per il suo impegno verso tutti i poveri e diseredati; Isabella di Castiglia, per la sua abilità politica e la sua lungimiranza nei confronti dell’impresa di Colombo; Rita Levi Montalcini, per la tenacia e l’amore verso la ricerca medica; Giovanna d’Arco, esempio di fede che riesce a superare ogni limite imposto alla condizione femminile; e via dicendo in un elenco che potrebbe diventare infinito. Ma vorrei ricordare qui anche come la stessa data dell’8 marzo sia stata spesso screditata, quasi a simbolo della scarsa considerazione verso il desiderio di affermazione e di parità dei diritti di ogni donna. A prescindere dal fatto che oggigiorno la data è diventata quasi una festa, dai caratteri del tutto frivoli e commerciali, è sorta da decenni la leggenda per cui la ricorrenza riguarderebbe un incidente d’inizio Novecento in una fabbrica di New York (o di Chicago, a seconda delle versioni) in cui quasi duecento sartine avrebbero perso la vita. La verità è che l’8 marzo ricorda la grande protesta delle donne russe nel 1917, protesta che ebbe conseguenze così forti da provocare il crollo del potere degli zar e l’inizio della rivoluzione.
Ancora una volta, le donne vengono sottovalutate…
Gabriella
[Modificato da Gabriella.75 08/03/2010 06:32]