00 09/05/2009 21:12
Cronaca ornitologica
Un fatto gravissimo accadde a Reggio diversi anni fa. Oggi lo si può raccontare perché non vige più il segreto che per anni ha coperto le indagini che seguirono e che consentirono alla magistratura di smascherare e processare i colpevoli.
Il 24 maggio 19… un falco pecchiaiolo fu rinvenuto agonizzante da alcuni agenti del Corpo Forestale. Prima di spirare, il povero uccello ebbe la forza d’indicare il suo feritore, cosa che avveniva per la prima volta, segnando una svolta decisiva nella lotta contro il bracconaggio.
Pattuglie appiedate, guidate da uno stormo di elicotteri, individuarono l’assassino il quale, vistosi braccato e senza scampo, si consegnò agli inseguitori dichiarando subito la sua disponibilità a collaborare.
Ai funzionari della DIA (Direzione Investigativa Antibrac¬conaggio) raccontò di avere ucciso, nelle diverse stagioni, ben 72 falchi, 14 cicogne bianche, 33 upupe e (orrore!) un rarissimo colibrì. La sua autoaccusa fu verificata recuperando i cadaveri impagliati dei preziosi animali nella sua stessa abitazione e presso gli amici cui li aveva regalati.
Poi il pentito cominciò a stilare un elenco di tutti i suoi compagni di caccia: il ragioniere A., il commerciante B., il professore C., il dentista D. ed ancora il maresciallo E., l’assessore F., l’avvocato G., il giudice I., l’onorevole L., il senatore M., arrivando persino a nominare il capo del governo N., il presidente della repubblica O. ed il Papa.
Queste ultime tre affermazioni non trovarono riscontro ma tutti gli altri furono processati e condannati. Il pentito ottenne la libertà ed oggi vive, sotto falso nome, in un paese europeo.
I servizi segreti svolsero, in quella occasione, un ruolo encomiabile, producendo intercettazioni ambientali nelle quali, tra un’esplosione e l’altra, si distinguevano chiaramente i nomi e le cariche pubbliche ricoperte dai delinquenti riuscendo, nel contempo, (per il bene della patria) a confondere ed occultare le responsabilità dei massimi vertici.
Attraverso la CIA (Centro Internazionale Antibracconaggio), intervenne anche il presidente americano per sollecitare una soluzione in questo senso e scongiurare il rischio di una guerra civile.
La nazione fu salva.
Ma è proprio di questi ultimi giorni la notizia che un lupo è stato ritrovato morto sui monti della Sila; manco a dirlo, è stato sparato a lupara. Ed il pittore Q., esponente di un’associazione ambientalista, si è crocifisso nei pressi dello stagno di Saline per protestare contro l’abbattimento di una cicogna. Ed un noto parlamentare leghista istiga alla secessione ed all’odio razziale, tacciando i meridionali di essere tutti bracconieri.
Il capo del governo lo lascia fare. Il presidente della repubblica tace. Il papa... prega. Dove andremo a finire?
Qualcuno dice che la spartizione dell’Italia è già avvenuta a tavolino, che alla cosca vincente spetterà la Padania ed alla cosca perdente il Regno del Sud.
Ma è esattamente ciò che avvenne, con accordi informali, alla fine della guerra, con la benedizione degli americani. Da allora il Sud è stato governato dai bracconieri.
Ma siamo ancora così ingenui e non vogliamo crederci che, dietro il fenomeno del bracconaggio, ci sono interessi economici internazionali? Santificati!
Brrr, mi si rizzano le penne solo a pensarci.