Come nasce un dipinto - dall'idea iniziale all'opera conclusa

Sto lavorando sull'acqua che sarà completamente diversa dal fogliame superiore, quello è razionale e l'altra invece è libera e istintiva, un po' come la personalità che voglio attribuire ad Azzurra

Sono bellissimi i colori dell'acqua, molto intensi!

Non ho mai avuto dubbi sull'importanza di quest'opera, ma devo confessarti che sei andato oltre ogni mia aspettativa. Merita un commento più approfondito e ti prometto che lo farò.

Mi dispiace per i colori, non vengono bene in foto perché le faccio in interno e con una luce non adeguata, il flash non si può usare, le trasparenze dell'acqua sono più belle dal vero

Solo per dirvi che il quadro è finito ma i colori non sono quelli veri, la zona centrale è più scura. Farò una foto in esterno e la pubblicherò quanto prima sperando di riuscire a riprodurlo il più simile possibile. Grazie

Sento di dover dire grazie a Paolo per aver condiviso con noi le varie fasi di lavorazione di questo dipinto, il che denota una libertà interiore non comune neppure per un artista. Ho notato che inizialmente l’idea era quella di creare una scacchiera come ritmo di fondo, sia nella parte superiore che nella parte inferiore, interrotta soltanto dal profilo di Azzurra. Invece, l’opera finita è costituita da una scacchiera solo nella parte superiore, ed è dominata da acqua e riflessi nel fondo. Ciò mi ha suggerito una mia personale interpretazione, che vorrei qui esporre, ben conoscendo i miei grandi limiti nella valutazione di un’opera d’arte. Ad un primo acchito, il profilo di Azzurra ricorda quasi quello di un impetuoso corso d’acqua, forse Eridano, il fiume del mito, che è anche (guarda caso) una costellazione celeste. Poi, guardando meglio, si nota che è un meraviglioso e terso cielo stellato, dalla profondità infinita, che suscita un paragone inevitabile con un’altra opera di Paolo, esposta alla mostra dell’ottobre scorso. In quell’occasione Paolo dice: “è il cielo stellato all’alba, che si può vedere solo in montagna senza la contaminazione delle luci artificiali, quando il paesaggio è ancora buio e non vi distingui le forme né i colori mentre se alzi gli occhi scopri la volta di un turchino sereno che ti accenna il futuro luminoso di quel giorno appena sbocciato”. Ecco, penso che il profilo di Azzurra sia il completamento e l’apoteosi di quel cielo stellato, mistico e naturale insieme, irrazionale eppure pieno di serenità. L’area superiore del dipinto, quella elaborata con ammirevole precisione e passione, si contrappone volutamente alla donna-cielo, con il suo decoro raffinato di fogliame ritmato da una scacchiera geometrica. Lo schema razionale di quest’area è però attenuato da quel fogliame, da quella irruzione della natura nella geometria che, in altre opere di Paolo, non viene turbata da elementi naturali. Penso che l’attenzione, la cura e l’amore riversati da Paolo nella preparazione tecnica della vegetazione stiano proprio a significare l’importanza universale che nell’opera assume la natura. Forse la geometria suggerisce l’ossessione imprigionante che l’umanità coltiva nella sua esistenza, mentre la risposta rasserenante può provenire solo da un intimo e rispettoso contatto con il mondo naturale. E quest’impressione è confermata dalle audaci campiture di colore della sezione inferiore, dove è l’irrazionalità a farla da padrone, ma senza prepotenze, senza violenze. Le mille sfumature di blu e azzurri, gli arabeschi di oltremare e lapislazzuli, invitano invece ad una quiete corroborante, quasi fossimo dinanzi ad uno specchio d’acqua di qualche maestro impressionista, il cui profilo perfetto è interrotto e completato da imbarcazioni, ponti e vegetazione che immettono nel blu la vivacità dei rossi, dei bianchi, degli arancioni, dei gialli oro. Non vi è dubbio che questa è un’opera molto importante per Paolo, quasi una “summa” del suo mondo interiore, un invito alla pittura ed un invito a tuffarsi nella sua anima di artista potente e delicato insieme.

Gabriella