00 18/11/2009 17:00
Questa parte del racconto è, secondo me, una pagina di poesia, un quadro di luce e di colori, una dolce sinfonia, un momento di storia di vita vera.
Luca è invaso da una profonda tristezza;
Laura è entrata nella sua vita, piano e leggera come un battito di ali di una farfalla, ma con la forza di un uragano e, Luca, simile ad un filugello, chiuso nel suo bozzolo, col filo dei pensieri si è costruito da solo la sua prigione: “dovevo fuggire, magari poi sarei tornato ma intanto dovevo fuggire, per conquistare l’autonomia, per emanciparmi, per conoscere l’emozione e la paura di vivere il mondo…” (L’ Aranceto). L’evasione spingono Luca in un altro paesaggio, rurale, semplice e accogliente dove si inebria dell’accoglienza di Luisa e Lino (altre due consonanti L). E’ un tentativo per non pensare a Laura, ma……..Continua…..a farmi commuovere.

Gabri

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