00 09/12/2009 16:47
L’intera umanità non può esprimere la propria autenticità senza la ragione; essa può essere espressa nella piena libertà, ma quest’ultima non può esistere senza l’uso della ragione.
La scuola, la famiglia, la società, lo Stato, le Chiese, i media raramente contano tra i loro fini l’educazione del pensiero, per cui è difficile che il soggetto si formi nel pensare attraverso vie istituzionali, ma lo fa piuttosto seguendo un personalissimo e faticoso cammino dove può giungere a incontrarsi con il proprio pensiero. La libertà che l’uomo determina per se stesso, quando nessun potere coercitivo su lui esercitato lo condiziona, gli consegna i presupposti per autenticarsi in quanto essere vivente libero, capace di scegliere senza divenir suddito, servo o schiavo di qualcuno o di qualcosa. Nella libertà l’uomo stabilisce i propri atti, il proprio agire, la propria ragione: dunque , fonda se stesso.
Ho aperto questa discussione perché ho assistito ad un atto che mi ha fatto riflettere come l’aggressione più violenta che la libertà e la ragione possano subire proviene dal fanatismo. Esso è l’espressione disumana dell’intolleranza verso la vita, quando il dubbio non può essere previsto e la negazione dell’indipendenza di giudizio e del libero arbitrio fanno del volere il suddito ubbidiente delle forme più disparate di dipendenza. L’altra grande aggressione alla libertà e alla ragione dell’uomo è data dalla povertà, dalla schiavitù del bisogno che rende inautentica la vita ponendola alla mercè di un ricatto. E, per concludere, penso che fanatismo e povertà uccidono la conoscenza e feriscono la coscienza.

Gabriella