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Sogni

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    basettun
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    00 18/12/2009 17:05
    Ho sognato che ero in campagna e percorrevo un sentiero fra campi e boschi, faceva freddo e stava per piovere, il sole era nascosto dietro una coltre di nubi e l'atmosfera sembrava già notturna nonostante fosse ancora giorno. Camminando avevo raccolto due mazzetti di erbe ai margini del sentiero e li avevo messi in tasca, non so perché, ma ne avevo uno nella tasca destra e uno nella tasca sinistra della giacca. Erano erbe ingiallite, il loro contatto mi faceva sentire sereno e sentivo che mi scaldavano le mani.
    All'uscita dal boschetto di castagni mi trovai di fronte a una casa che sembrava disabitata, una vecchia casa rustica col tetto di lamiera arrugginita, la porta legata col filo di ferro, in alto due finestre senza sportelli e attraverso i vetri si vedeva solo buio.
    Mi fermai a guardarla e mi sembrava di conoscerla, aveva un'aria familiare come se ci avessi abitato. Tutti i colori attorno erano spenti e le forme confuse come se la poca luce rimasta non avesse la forza di evidenziare i contorni degli oggetti.
    Ma ad un tratto, stringendo l'erba nella tasca sinistra la finestra di sinistra si illuminò di un verde fioco ed io sorpreso non sapevo spiegarmi il fenomeno, d'istinto smisi di toccare l'erba e la finestra si spense, ancora toccai l'erba e la strinsi con più vigore e la finestra s'illuminò di un verde fluorescente così intenso che mi abbagliava. Ero turbato e non sapevo darmi una spiegazione razionale, la finestra s'illuminava quando stringevo l'erba e più la stringevo più brillante era il colore. Così provai a stringere anche l'erba nella tasca destra e la finestra di destra s'illuminò anch'essa ma di un azzurro intensissimo, dovevo abbassare gli occhi per non restare ferito. Avevo addosso una felicità estrema, riuscivo a comandare la luce nelle due finestre stringendo l'erba nelle mie tasche e continuai a giocare così fra il verde e l'azzurro...fino al risveglio.

  • lidiareggio
    00 18/12/2009 21:32
    .
    [SM=g7349] bellissimo sogno [SM=g7349]
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    Gabriella.75
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    00 18/12/2009 22:43
    Che bel sogno, sembra quasi la realizzazione onirica di un quadro di Paolo.
    L'erba, il bosco, l'oscurità, una casa e due finestre, quasi riquadri, che
    dal buio serotino si illuminano di verdi e azzurri intensi. Il verde è il
    colore della serenità, della natura, della freschezza della primavera;
    l'azzurro è il colore del cielo, della spiritualità, dell'armonia superiore.
    Due colori che uniti suggeriscono una ricerca di pace e di misticismo... ma
    che sono anche fra i colori che emergono nelle opere di Paolo. Verdi
    fluorescenti, azzurri intensi, nelle finestre, come riquadri in un quadro...
    e le erbe sono il contatto cercato con la natura, un contatto che se intenso
    permette di controllare il mondo... Magari il mondo contenuto in un dipinto.
    E' la continua ricerca di pace e di equilibrio, unita al grande amore
    viscerale per la natura, che dà serenità e calore. La ricerca della
    felicità, a cui ognuno di noi aspira, passa attraverso piccoli elementi. Il
    sognatore controlla i colori con il contatto con i mazzetti d'erba, il
    pittore li controlla con il contatto con i pennelli... ed entrambi
    raggiungono la loro felicità. Ogni sognatore è il pittore dei suoi sogni,
    ogni pittore è il sognatore della sua arte.

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    basettun
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    00 07/02/2010 21:44
    Ho sognato una gita col mio furgone che nel sogno era diventato più agile di una bici da cross, correva su due ruote, riusciva pure a fermarsi in impennata su una ruota sola e girava su se stesso riuscendo a passare in spazi molto ristretti, era un furgone magico.
    A farmi compagnia c'erano due persone sconosciute, un uomo e una donna anziani che mi guidavano per stradine e violi, per scalinate strette e balzi da un muretto all'altro. Mi indicavano la strada da seguire che era ora difficile e pericolosa ora invece più aperta e serena, io li ascoltavo e mi fidavo. Mi hanno condotto in cima a quello che sembrava un paesino arrampicato sulla collina, ma con le case piccole e non a misura d'uomo, fino all'ultima casa che dominava il paesaggio. Lì siamo scesi, mi hanno fatto entrare nella loro casetta nella quale era difficile muoversi, mi hanno offerto del cibo e poi...sapevo che dovevo andare, non potevo restare in quel posto che non era mio.
    Mi dissero di saltare col furgone alcune terrazze a strapiombo, di voltare di qua e poi di là, di proseguire verso il mare che si vedeva lontano.
    "Vai" mi dissero, "hai ancora tante cose da fare"
    Ed io ho percorso la strada che mi avevano indicato e giunto in fondo a quello che sembrava un paesino mi girai, guardai nella loro direzione e li vidi che mi salutavano.
    Mi accorsi, allora, che il paesino era un cimitero.
    Mi sono svegliato con in corpo una serenità che ho provato raramente e con una voglia immensa di vita.
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    Gabriella.75
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    00 07/02/2010 22:46
    Non sembra neppure un sogno, ma un racconto onirico, qualcosa a metà strada tra un racconto di inizio Novecento ed un episodio di “”Ai confini della realtà”, ma con in più un pizzico di poesia tutto tuo.
    Che sogni interessanti fai!!!
    Puoi anche non crederci, ma quando leggevo le prime righe, associavo quelle due persone anziane a spiriti guida senza saper perché. Ma l’ho capito leggendo le righe successive. E già avvertivo un brivido di inquietudine dinnanzi alle piccole case non a misura d’uomo e, soprattutto, alla enigmatica frase: hai ancora tante cose da fare.”…
    In un certo senso, la conclusione del sogno me l'aspettavo: quelle persone non erano dei viventi, quelle strane case non erano un paesino. Eppure penso che questo sia un sogno bellissimo, perché appare comunque sereno e tranquillo nella sua linearità, e tu lo confermi con quella splendida sensazione di vita e gioia al tuo risveglio.
    Sinceramente, provo un pochino di invidia!!!

    Gabri

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    basettun
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    00 07/02/2010 23:15
    Non dimenticare mai da dove vieni (dal nulla) e soprattutto pensa sempre a dove andrai (nel nulla). Ma né il mistero del passato né la paura del futuro dovranno cambiare i tuoi progetti, che hanno la possibilità di realizzarsi solo in questa dimensione che ci è stata donata, piccola, breve, intensa se vuoi...la vita.
    La dimensione umana, in tutta la sua interezza, è come un museo dove sono esposte le nostre opere. I viventi sono i visitatori che sapranno giudicarle.
    Ecco la serenità, è la forza di compiere al meglio le nostre opere.
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    Gabriella.75
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    00 07/02/2010 23:27
    Re:
    basettun, 07/02/2010 23.15:

    Non dimenticare mai da dove vieni (dal nulla) e soprattutto pensa sempre a dove andrai (nel nulla). Ma né il mistero del passato né la paura del futuro dovranno cambiare i tuoi progetti, che hanno la possibilità di realizzarsi solo in questa dimensione che ci è stata donata, piccola, breve, intensa se vuoi...la vita.
    La dimensione umana, in tutta la sua interezza, è come un museo dove sono esposte le nostre opere. I viventi sono i visitatori che sapranno giudicarle.
    Ecco la serenità, è la forza di compiere al meglio le nostre opere.




    Ogni individuo, ogni giorno dovrebbe, prima di uscire di casa, recitare questo verso. E' il proponimento più vero e leale che abbia mai letto.
    Complimenti, Basettun.

    Gabri
    [Modificato da Gabriella.75 07/02/2010 23:27]
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    basettun
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    00 07/02/2010 23:33
    [SM=g8861] vado a sognare, buonanotte [SM=g7435]
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    Gabriella.75
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    00 07/02/2010 23:36
    Sogni...verdi e...azzurri!

    Buonanotte.

    [SM=g8801]
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    Carmen...
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    00 08/02/2010 14:13
    Mi piacerebbe riuscire a ricordare i particolari dei miei sogni come fai tu.... [SM=g7348]
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    basettun
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    00 08/02/2010 17:33
    Basta prendere appunti non appena svegli, anche se ancora notte e se devi tornare a dormire. A volte basta ripensarci per qualche minuto la mattina, prima di fare qualunque altra cosa, e il sogno si fissa nella memoria. Purtroppo molti particolari si perdono (Freud dice che sono proprio i più importanti) perciò non si riesce mai a raccontare il sogno esattamente come è stato e con le emozioni che ci ha provocato.
    E' come quando guardi un film e poi lo devi raccontare.